Wednesday, May 09, 2007

PIANTO

mancanza di iniziativa e di voglia di ascoltare.
ripieghi sopra ripieghi, vorrei solo ritrovare lo stimolo di andare oltre tutto ciò che è vicino ed allo stesso tempo ritrovare un intimo contatto con tutto quello che non è lontano.
Ciò che è desiderabile si trova ad un passo senza esserne consapevoli oppure a distanze chilometriche, però sottovalutate.
Questa è la insensata limitatezza. Limitatezza illuminata e dolorosa, stimolante ed allo stesso tempo nihilista. Comincio a dubitare della forza della ragione così come quella dei sentimenti. Quale fine per l'intelligenza se portatrice di un'amarezza immobilizzante.
Sì, credo di essere troppo intelligente per questa esistenza, un attimo dopo ho la sensazione al contrario di non essere che uno sciocco. Mi odio per non essere in grado di comunicare tutto la potenza intellettiva e sensibile che abitano la mia essenza, sperduta chissà in quale parte del mio organismo, forse infusa in ogni centimetro delle mie cartilagini nasali che presto periranno, così come qualsiasi debole impronta che potrò, avrei potuto e che non vorrò lasciare in questa dimensione. Forse l'unica, spero di no, prego invanamente un Dio, verso il quale non ho fiducia, perché non sia così, inficiando all'istante il senso di questa preghiera, che non riposa su nessun genere di fede, né di fiducia.
Questo forse è il punto, tutto mi appare come caduco, il tempo annulla i miei pensieri positivi e divora gli istanti che ho sempre considerati come preziosi. Questa consapevolezza assetta un colpo profondo alla fiducia personale nelle mie proprie capacità.

LA MIA SENSIBILITà PIANGE! NON è nutrita, non è curata, è ignorata, è calpestata dalla stessa essenza corporale che la ospita!

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