Wednesday, December 20, 2006

MILIONI DI CORPI A DISPOSIZIONE DEL POTERE

Intervista a Pierpaolo Koss, uno dei pochi occidentali ad aver messo piede in Corea del Nord ed unico artista ad aver investigato la funzione del corpo in questo regime.

Il regime nord coreano, stranamente affascinante, opera d’arte, film fantascientifico. Talmente assurdo da sembrare surreale, talmente reale da farci rabbrividire.
Corpi e menti trasformati in masse inermi ed informi, strumenti di propaganda per celebrare Kim il-Sung, il Caro Leader, morto nel 1994, ed il figlio, Kim Jong-il, attualmente al potere.
Questi alcuni degli aspetti presenti nel lavoro di Pierpaolo Koss.

MP: Potresti spiegare meglio le circostanze del tuo viaggio in Corea del Nord?

PPK: Nel 1992 fui invitato, non senza grande sorpresa, ad andare in Corea del Nord per un convegno dedicato alle scritture coreografiche ed alle corpografie per manifestazioni di massa, in qualità di delegato del Consiglio Italiano della Danza, un organismo culturale legato al Consiglio Internazionale della Danza presso l’UNESCO.
Partimmo da Berlino Est, sulla rotta dell’amicizia Berlino-Mosca-Pyongyang che era servita una volta la settimana e che fu chiusa nel 1994. A Mosca salirono a bordo una quarantina di uomini in completo blu con cravatta rossa, spilla sul bavero con l'immagine del Caro Leader. Tentai di raggiungere il bagno ma l’assistente di volo mi invitò a chiedere il permesso a uno di questi signori: eravamo chiaramente stati presi in consegna dagli uomini della sicurezza interna.

MP:Il tuo lavoro si concentra sul corpo e sull’identità, intesi come frammentazione, discrasia, decomposizione e mutamento, potenza e forza motrice. Come hai reso nel tuo lavoro l’idea della perdita d’individualità dei cittadini nord coreani?

PPK:Nella mia ricerca artistica c'è un tentativo di scavare nella carne generando repulsione e revulsione, un corpo che si ribella, che ibridato in differenti realtà tende alla neutralità, alla metamorfosi.
L'idea della decomposizione, del divenire materico del corpo organico per cercare una scomposizione,una dissezione anatomica, che dislochi e faccia irrompere ciò che Deleuze e Guattari definiscono "flusso amorfo ed indifferenziato" del corpo senza organi. Molteplice e frammentario diventano così gli unici paradigmi linguistici di riferimento per inventare nuovi codici attraverso cui dire la corporeità del corpo/cosa/oggetto.
Il lavoro sulla Corea del Nord affronta il tema del corpo e la sua messinscena, sottomesso ad un rito sacrificale come festa in cui esplode/implode quella violenza del corpo sociale che annulla l'individualità, per proiettarci in un immaginario la cui misura può essere soltanto la dimensione tragica dell'infinito debordare. Grandi stadi dedicati al Caro Leader dove si svolgono le oceaniche feste di regime, corpografie assolutamente grandiose, dalla perfezione geometrica. Nessuna apertura olimpica ha mai raggiunto tali dimensioni; centinaia di migliaia di persone utilizzate come pixel viventi in grandi affreschi colorati di immagini del partito, di scritte inneggianti al grande leader.
Inevitabile il mio disagio di fronte a questa perdita d’individualità che ho cercato di rendere saturando i colori per accentuare la follia ripetitiva delle corpografie, la loro grandiosità pop; colori che attraverso il programma digitale danno vita ad immagini fedeli ma ancore più surreali nella colorazione luminosa, vere e proprie immagini da tableaux vivants. Ho cercato di accentuare al massimo la surreale parodia del potere totalitario, messa in scena nella convinzione che anche gli stranieri restino impressionati da tanta bellezza e da tanto potere.

MP: Kim Jong-il, personaggio maligno, folle, bizzarro, amante delle imprese eccentriche, come per esempio il rapimento nel 1977 di uno dei più importanti registi sud-coreani e della moglie che avrebbero dovuto insegnare ai nord coreani l’arte cinematografica. É davvero il Dio dei nord coreani?

PPK: Un tiranno feudale spietato ed allo stesso tempo bizzarramente moderno. Celebrato in maniera faraonica, il suo compleanno è anche festa nazionale, come quello del padre.
Intorno al personaggio di Kim il-Sung sono nate molte leggende alimentate dalla propaganda del regime ed il suo corpo mummificato è esposto all'interno di un gigantesco mausoleo. Il culto dedicato a Kim il-Sung è una vera e propria religione; sono infatti molti i miracoli a lui attribuiti. Lo stesso Kim Jong-il è oggi venerato come il figlio di un Dio unico e la sua immagine si moltiplica, assieme a quella del padre, in statue monumentali ed in costruzioni di veri e propri templi dedicati al loro culto, come quelli degli imperatori dell'epoca confuciana. Pyonyang, vetrina del potere assoluto, sembra una vera e propria città santa dedicata al culto del padre e del figlio, tutta l'architettura urbana è un omaggio titanico all'unica monarchia comunista ereditaria; domina la torre della "Juche"(autarchia) dal nome dell'ideologia del Caro Leader, alta oltre 150 metri e sovrastata da una grandiosa fiamma in vetro sempre illuminata.




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